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LA FRANCIA, L’ITALIA, L’EUROPA

“LA FRANCIA, L’ITALIA, L’EUROPA”

Cecile Bombail

La mia storia è quella di una donna che ha avuto la fortuna - ma anche la forza - di compiere scelte indipendenti. Vengo dalla Francia e sono cresciuta in una famiglia dove le donne hanno sempre goduto di pari opportunità, libere da condizionamenti sociali. Siamo sempre state incoraggiate a credere in noi stesse e a inseguire i nostri sogni, senza i vincoli di un modello famigliare tradizionale: infatti mia sorella ha figli senza essere sposata, io non sono sposata e non ho figli.

Ho scelto di vivere in Italia perché amo questo paese. Credo che dovremmo impegnarci tutti per diffondere una mentalità europea, un modo nuovo e moderno di pensare alla collettività. Oggi parliamo con troppa superficialità di interessi nazionali, dimenticando le ragioni profonde per cui è nata l’Unione Europea. Ci sono principi umanitari, di reciproca solidarietà, cura e attenzione che sono alla base della nostra stessa esistenza e che non possono essere messi in discussione.

Sono molto interessata a queste tematiche. Forse per via del mio lavoro in ambito farmaceutico, o forse perché non ho avuto figli, sento il bisogno di dedicare una parte di me stessa agli altri. Mi occupo di volontariato, ma vorrei fare di più. In una collettività – che sia una nazione, una famiglia o un gruppo di lavoro – tutto ruota intorno al concetto di rispetto reciproco. Credo che sia un atteggiamento molto femminile. Le donne non hanno mai fatto le guerre e hanno sempre trovato il tempo per l’ascolto e la cura.

A Capodanno, ho organizzato una festa a casa mia. Non c’era nessuno nel palazzo, a parte noi e un inquilino rimasto solo. Soffriva di una grave forma di depressione ed era nel suo appartamento. Forse non voleva disturbare, di sicuro pensava che nella sua vita non ci fosse nulla da festeggiare. Così, io e le mie amiche siamo andate a bussare alla sua porta. Siccome non apriva abbiamo insistito. Alla fine è uscito dal suo guscio di sofferenza ed è stato bene con noi.

Qui in azienda ci sono molte donne, ma secondo me nel mondo del lavoro sono ancora troppo poche quelle che occupano posizioni di responsabilità. C'è molta strada da fare per raggiungere un vero equilibrio tra i sessi. Non è facile: pensiamo in maniera diversa e usiamo parole differenti anche per esprimere gli stessi concetti.

Quando una donna fa carriera, non è mai solo una questione professionale: si valutano anche il suo aspetto fisico, il suo carattere, la sua situazione famigliare.

Impariamo presto a essere giudicate e ad avere timore di sbagliare. Talvolta tendiamo a porci dei limiti ed evitiamo di accettare le sfide. Credo davvero, però, che sia arrivato il momento di sentirci all’altezza e di metterci in gioco.