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Il Dott. Paul Stoffels riflette sui progressi che abbiamo fatto contro l’HIV

Il Dott. Paul Stoffels riflette sui progressi che abbiamo fatto contro l’HIV
 

Paul Stoffels, M.D., Direttore scientifico, Johnson & Johnson, ha passato la maggior parte della sua carriera a combattere l’AIDS. Per mettere in evidenza la Giornata mondiale dell’AIDS (1° dicembre 2016) i nostri colleghi di Johnson & Johnson si sono riuniti con il Dott. Stoffels per parlare della sua carriera e dei progressi che sono stati fatti. Questo post è comparso per la prima volta sul sito www.jnj.com.

AIDS: la storia di uno scienziato

Nel 1983, il Dott. Stoffels ha iniziato la sua carriera nella sanità in qualità di tirocinante in un ospedale di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, mentre era ancora uno studente di medicina. È stato allora che ha iniziato a vedere un gran numero di pazienti affetti da HIV, ed era appena stato capito che la causa della malattia era virale. È stato l’inizio dell’epidemia.

In Africa, un numero impressionante di persone ha contratto l’infezione: nel 1986 due milioni di persone erano affette da HIV. I pazienti morivano, i bambini venivano abbandonati dalle loro famiglie e c’è stato un impatto significativo sull’aspettativa generale di vita, con una diminuzione di 20 anni in moltissimi paesi della parte meridionale del continente africano.

                                
                                Dott. Paul Stoffels

 

Progressi significativi

Oggi l’HIV è una malattia completamente differente da quella emersa più di 30 anni fa. Abbiamo caratterizzato la malattia e compreso i suoi meccanismi, come viene trasmessa e quale trattamento fare o non fare. Siamo passati dal curare i malati di HIV con due dozzine di pillole al giorno a curarli con una pillola soltanto. Le persone vivono una vita più lunga e sana, grazie allo sviluppo di più di 20 farmaci e terapie combinate, in prima, seconda e terza linea.

Riflettendo sui progressi fatti nella lotta all’HIV, il Dott. Stoffels ha condiviso nella sua intervista un’esperienza davvero personale con l’HIV:

“Uno dei miei migliori amici, un medico, ha contratto l’HIV quando ero in Africa nel 1987. Era il mio migliore amico e ho lavorato tutta la mia vita per salvarlo e tenerlo in vita, e ci sono riuscito: oggi è ancora vivo," dice il Dott. Stoffels parlando dell’impatto personale nella ricerca sull’HIV. “Era un oggetto di ricerca, ma anche un felice destinatario di nuovi farmaci. Quando eravamo in Africa, i suoi figli di 6 e 7 anni erano con lui. Oggi, ha dei nipoti. Non avremmo mai creduto che sarebbe riuscito ad arrivare al 1990.”

Stiamo lavorando incessantemente per fare la storia nella cura dell’HIV

La comunità di ricerca sull’HIV ha davvero compiuto passi da gigante, ma prendiamo atto che, anche se il risultato del trattamento per l’HIV è positivo, richiede comunque che i pazienti assumano farmaci per tutta la vita, ogni giorno, senza la possibilità di poter dimenticare nemmeno una pillola. Prevenire completamente l’HIV sarebbe ancora meglio. Ogni anno, più di due milioni di persone contraggono l’HIV, e questo numero dal 2010 non è mai cambiato. Un numero speciale di The Lancet HIV pubblicato a luglio, si concentra sul lavoro che ancora deve essere fatto per migliorare gli sforzi verso la prevenzione dell’HIV, con i suoi editori che hanno dato enfasi al fatto che, “…sebbene i successi nel trattamento debbano essere giustamente lodati, non ci si deve dimenticare della prevenzione.”

La prevenzione dell’HIV deve essere olistica. Nel corso degli ultimi 10 anni, Johnson & Johnson ha sviluppato tre farmaci trasformazionali per l’HIV. Abbiamo anche un’eccezionale collaborazione con l’International Partnership for Microbicides (IPM) per lo sviluppo di anelli vaginali che rilasciano dapivirina, una molecola creata nei nostri laboratori di ricerca, come microbicida, che può aiutare a prevenire la trasmissione sessuale dell’HIV.

Lo sviluppo di un vaccino sicuro ed efficace è il “Santo Graal” e rappresenterebbe un successo scientifico di importanza storica che potrebbe cambiare il futuro della popolazione di tutto il mondo. Tuttavia, l’HIV attacca il sistema immunitario stresso, quindi stimolare il sistema immunitario con un vaccino per creare una risposta protettiva è una vera sfida. Crediamo possa essere fatto con approcci sia scientificamente creativi che altamente collaborativi.

I nostri approcci di prossima generazione per lo sviluppo di un potenziale vaccino per l’HIV includono solide collaborazioni con partner multipli. I risultati di studi pre-clinici su primati non umani mostrano che il regime di vaccino eterologo prime-boost HIV-1, in sviluppo presso le nostre Janssen Pharmaceutical Companies, potrebbero fornire un’efficace strategia di vaccinazione per prevenire l’infezione da HIV-1 negli esseri umani. E basandosi su questi dati pre-clinici, il regime di vaccinazione che include Ad26 basato su vettori che rilasciano un mosaico di antigeni HIV-1, è al momento in fase di valutazione in uno studio clinico internazionale di fase 1/2a in corso su 400 volontari sani.

Uniti con i nostri partner, il nostro obiettivo ultimo è quello di assicurare che ogni bambino nasca senza l’HIV, che gli adolescenti e gli adulti non lo contraggano e che le persone che vivono con l’HIV abbiano accesso ai farmaci di cui hanno bisogno. In 30 anni dalla comparsa della malattia, la comunità globale ha fatto progressi senza precedenti. Continuare a concentrarsi sullo sviluppo di un vaccino per l’HIV può fare la storia nella cura dell’HIV.

Visita il sito janssen.com/hiv per scoprire maggiori informazioni sul nostro impegno nell’area dell’HIV. Visita anche il sito jnj.com/HIV per scoprire altre storie sul progresso e la speranza di come Johnson & Johnson rimane unita con la comunità globale per combattere l’HIV e prendersi cura di coloro che ne sono affetti e colpiti.