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Colite Ulcerosa

Che cos'è?
La colite ulcerosa, come la malattia di Crohn, è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino (MICI) che colpisce in modo specifico il colon. L’infiammazione colpisce, in particolare, la mucosa del retto e può estendersi a parte o tutto il colon, potendo determinare iperemia, erosioni e ulcere a seconda della gravità.

Quali sono i sintomi?
La colite ulcerosa è caratterizzata dall’alternarsi di episodi acuti seguiti da periodi di remissione clinica. I sintomi dipendono, per severità e tipologia, dalla gravità dell’infiammazione e dall’estensione del tratto di colon colpito.

Tra i sintomi più comuni ci sono:

  1. Diarrea ricorrente
  2. Sangue e/o muco nelle feci
  3. Frequente stimolo all’evacuazione
  4. Dolori addominali che migliorano dopo l’evacuazione
  5. Perdita di peso
  6. Affaticabilità
  7. Febbricola

Quali sono i fattori di rischio?
Le cause della colite ulcerosa sono ancora sconosciute, ma si ritiene siano coinvolti più fattori. Pur non trattandosi di una malattia ereditaria, possono aversi casi di familiarità fino al 10%. Verosimilmente esiste una predisposizione genetica su cui possono agire fattori ambientali scatenanti come ad esempio lo stress, l’abuso di FANS e le infezioni, che spesso possono determinare riacutizzazione dei sintomi. Diversamente da quanto accade per la malattia di Crohn, il fumo non sembra avere invece un ruolo nella storia naturale della malattia.

Per quanto riguarda l’alimentazione non ci sono ancora chiare evidenze sull’eventuale ruolo nel determinare recidive della malattia.

Epidemiologia
In Italia, delle circa 250.000 persone colpite da malattie infiammatorie croniche intestinali, circa 130.000 soffrono di colite ulcerosa, senza differenze rilevanti tra i due sessi. L’incidenza, intorno ai 6-8 casi su 100.000 abitanti, è in linea con quanto si osserva nel resto d’Europa. In genere, la malattia ha una maggiore incidenza tra i 20 e i 40 anni di età ma, anche grazie ai miglioramenti fatti in campo diagnostico, stanno aumentando le diagnosi di colite ulcerosa in bambini e adolescenti.

La colite ulcerosa, data la natura dei sintomi, può avere un impatto significativo sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono: attività quotidiane come trovare un bagno pubblico e pianificare lunghi periodi di viaggio possono essere incredibilmente difficili.

Come si diagnostica la colite ulcerosa?
Rispetto alle altre malattie croniche infiammatorie intestinali, la colite ulcerosa è più facilmente diagnosticabile, infatti la diarrea con sangue e l’urgenza all’evacuazione portano i pazienti rapidamente da uno specialista che con una colonscopia con biopsie può fare una diagnosi. La colonscopia con le biopsie è l’esame d’elezione per la diagnosi della colite ulcerosa e fornisce importanti informazioni sulla gravità ed estensione dell’infiammazione, dati fondamentali per un corretto approccio terapeutico. Nella malattia di Crohn fare diagnosi è talora più complesso perché la malattia può interessare tutto il tratto gastroenterico ed è necessaria una combinazione di test di laboratorio, ileocolonscopia e tecniche di imaging avanzate per porre formulare una diagnosi precisa.

Trattamenti
Gli obiettivi della terapia medica della colite ulcerosa sono quelli di spegnere l’infiammazione che scatena i sintomi e di mantenere la remissione a lungo termine.

A seconda del livello di gravità della malattia, si utilizza la terapia medica e solo nei casi più gravi, refrattari alla terapia farmacologica, può essere necessario il ricorso all’intervento chirurgico.

Per quanto riguarda la terapia medica, in genere, il primo passo è rappresentato dal trattamento con farmaci antinfiammatori, quali la mesalazina orale e/o topica per le fasi di attività lieve-moderata, i corticosteroidi a bassa biodisponibilità (quali beclometasone DP e budesonide MMX per le forme lievi-moderate che non rispondono alla sola mesalazina) o i corticosteroidi sistemici per le fasi moderato-gravi. Mentre la mesalazina è molto utile anche come terapia di mantenimento, i corticosteroidi sono farmaci indicati solo per le fasi acute e non per il mantenimento. Nei casi di refrattarietà ai farmaci steroidei, è necessario passare all’utilizzo di farmaci biologici, mentre nei casi di dipendenza dai corticosteroidi oltre ai farmaci biologici possono trovare spazio anche le tiopurine (azatioprina e 6 mercaptopurina).

In alcuni casi, quando la malattia è refrattaria o complicata, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico, trattamento invasivo ma nello stesso tempo risolutivo. Il ricorso alla chirurgia prevede la rimozione dell’intero colon e retto, con successiva ricostruzione della continuità intestinale con il confezionamento di una pouch ileale (intervento di ileo-ano-anastomosi).