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IL CORPO E LA MENTE

“IL CORPO E LA MENTE”

Francesca Randon

Da ragazzina la mia passione era la Medicina. Vedevo il cartone animato "Siamo fatti così" e restavo incantata di fronte al funzionamento del corpo umano. Le mie certezze hanno cominciato a vacillare quando ho capito che per diventare medico avrei dovuto studiare molti anni, restando a carico dei miei genitori. Così lasciai perdere Medicina e mi dedicai alla Chimica, l'altra mia grande passione.

Il settore farmaceutico sembrava fatto apposta per me. C'erano la Chimica e la Medicina, insieme a molte altre cose. Ad esempio la Comunicazione. Ho iniziato quasi per caso e ho scoperto un mondo nuovo e affascinante. È stata un'esperienza molto formativa, che mi ha permesso di lavorare a stretto contatto con i medici. Io continuavo a sentire la vocazione dentro di me. Per dialogare con loro e trovare le parole giuste per comunicare, dovevo studiare. Così mi sono riavvicinata ai libri. Prima studiavo solo per superare gli esami, in seguito per acquisire nuove conoscenze e costruire solide relazioni professionali.

Quando mi sono trasferita a Milano mi sono avvicinata ancora di più al mondo dei pazienti. È stato molto gratificante scoprire la dimensione etica dell'azienda e portare ai malati i risultati della scienza. Ho scoperto che la vera innovazione è portare la ricerca a chi ne ha bisogno. La gioia più grande. Soprattutto per una persona come me, che continuava a vivere la “cura” come una missione e una passione. Ripensandoci, il mio percorso è stato una specie di parabola molto simile a una circonferenza. Una figura perfetta, dove l’inizio si sovrappone alla fine.

Nel frattempo sono diventata mamma di un bimbo che adesso ha poco più di due anni. Mio marito e io lo stiamo educando a essere il figlio di tanti: c’è la mamma, ma ci sono anche il papà, la tata, la nonna, la maestra…

La maternità mi ha insegnato moltissime cose utili sul lavoro. Innanzitutto l'organizzazione, ma anche la flessibilità. Se non sei ben organizzato, un figlio ti stende; d'altro canto non si può essere troppo rigidi, perché loro cambiano continuamente. In ufficio accade la stessa cosa, solo che finché non hai una creatura da crescere non ci pensi e affronti tutto di petto. Io sono sempre stata molto passionale, spesso impulsiva; con i bimbi questi atteggiamenti sono deleteri, così come lo sono nel mondo del lavoro.

Mio figlio è stato anche un corso di aggiornamento professionale e a suo modo una seduta permanente di psicoterapia. Da piccola ero affascinata dal funzionamento del corpo umano, adesso sono sbalordita di fronte alla crescita cognitiva di un bambino: una vera scoperta quotidiana. La macchina mentale di un bimbo è la più bella ed efficace palestra che si possa frequentare per imparare a vivere con gli adulti.