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Depressione: arriva in Puglia il progetto di sensibilizzazione di Fondazione Onda per combattere la malattia

Depressione: arriva in Puglia il progetto di sensibilizzazione di Fondazione Onda per combattere la malattia
Si stima siano circa 116.000 le persone che in Puglia soffrono di depressione maggiore, la forma più grave e invalidante della malattia. A causa della malattia, nella Regione 2 residenti ogni 100.000 abitanti hanno ottenuto una prestazione previdenziale per invalidità o inabilità nel 2015, con un costo pari a circa 9.500 euro a persona. “La prevalenza combinata dei disturbi dell’umore, di cui la depressione maggiore fa parte, è di circa il 10% della popolazione generale. Il rischio di malattia per i disturbi dell’umore è riconducibile dal 40% all’80% a fattori genetici, alla stregua di tanti disturbi fisici”, commentano gli esperti. Sono 7 mila le persone che in Puglia non rispondono ai trattamenti per la depressione maggiore. Fa tappa in Puglia il percorso di sensibilizzazione di Fondazione Onda “Uscire dall’ombra della depressione”, con il patrocinio della Regione Puglia, delle società scientifiche SIP - Società Italiana di Psichiatria e SINPF - Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, di Cittadinanzattiva e Progetto Itaca, e con il contributo incondizionato di Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson&Johnson: Istituzioni e rappresentanti locali a livello medico, assistenziale e sociale si incontrano, in modalità virtuale, per facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate.

Bari, 14 settembre 2020 –Il periodo di isolamento sociale dovuto all'emergenza coronavirus ha portato alla luce il delicato tema della salute mentale, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di un’emergenza Covid-19 anche psichica, data dall’aumento di disturbi quali ansia e depressione. Quest’ultima è riconosciuta come prima causa di disabilità a livello mondiale e riguarda circa 3 milioni di italiani, di cui circa 1 milione soffre della forma più grave, la depressione maggiore.

Considerando solo la Puglia, dai dati Istat si stima che circa 116.000 pugliesi soffrano di depressione maggiore, di cui quasi 7.000 non rispondono ai trattamenti, secondo la rielaborazione su base regionale dei dati dello studio epidemiologico italiano Dory, volto a identificare, attraverso un’analisi di database amministrativi, i pazienti affetti da depressione resistente.

“La prevalenza combinata dei disturbi dell’umore, di cui la depressione maggiore fa parte, è di circa il 10% della popolazione generale”, afferma Alessandro Bertolino, Direttore UOC Psichiatria Universitaria, Policlinico Bari, e Direttore del Dipartimento Di Scienze Mediche Di Base, Neuroscienze e Organi Di Senso, Università degli Studi di Bari Aldo Moro. I disturbi dell’umore hanno un carico molto pesante sul benessere psichico e la produttività degli individui che ne soffrono. La depressione maggiore è solo uno dei di questi disturbi. Due fattori sembrano svolgere un ruolo più determinante per la prognosi, l’accesso e l’appropriatezza alle cure e lo stigma. L’accesso e l’appropriatezza delle cure risentono fortemente della possibilità di distinguere in diagnosi differenziale la depressione maggiore dal disturbo bipolare e dal disturbo dell’adattamento. I confini tra questi disturbi sono spesso tenui e difficilmente identificabili nell’immediato. La psichiatria attuale non è, però, impreparata e giunge a questa sfida con una conoscenza che non ha paragoni con quanto si sapeva solo 20 anni fa”.

In tale contesto, Istituzioni e rappresentati locali a livello medico, assistenziale e sociale si sono confrontati su come affrontare più efficacemente la malattia, superare lo stigma associato alla depressione, facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate. Questa tappa pugliese ospita una delle undici tavole rotonde riorganizzate in forma virtuale, a causa dell’emergenza sanitaria, da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. Fanno parte del percorso di sensibilizzazione “Uscire dall’ombra della depressione”, un’occasione istituzionale volta a presentare anche in questa Regione il Manifesto Uscire dall’ombra della depressione. L’iniziativa gode del patrocinio della Regione Puglia, delle società scientifiche SIP - Società Italiana di Psichiatria e SINPF - Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, di Cittadinanzattiva e Progetto Itaca, ed è stata organizzata con il contributo incondizionato di Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson.

"Lo stigma correlato alla diagnosi di un disturbo mentale è ancora legato alla visione secondo cui le cause sono riconducibili a fattori legati alla persona", continua Bertolino. “L’ultimo decennio ha, invece, definitivamente chiarito che il rischio di malattia per i disturbi dell’umore è riconducibile dal 40% all’80% a fattori genetici. Pertanto, alla stregua di tanti disturbi fisici che riconoscono una forte componente genetica, anche i disturbi dell’umore devono essere riconosciuti come tali e non quindi ascrivibili a ‘colpa’ della persona o degli individui più prossimi. L’Università si impegna a far ricerca, ma anche a formare e diffondere le informazioni più accurate per contribuire a migliorare la prognosi dei disturbi dell’umore”.

La depressione, infatti, ha un forte impatto sulla qualità della vita e sui costi sanitari e sociali che risultano molto elevati. I costi diretti non sono l’unico tassello da tenere in considerazione se si vuole cogliere appieno il peso economico e sociale di questa patologia. I costi indiretti (sociali e previdenziali) la fanno da padrone in quanto rappresentano il 70% del totale dei costi della malattia, con un forte impatto sulle giornate perse da lavoro ed incremento della disabilità. Tra i costi indiretti c’è anche quello legato agli assegni ordinari di invalidità e alle pensioni di inabilità, che si aggira intorno ai 106 milioni di euro, pari a 9.500 euro annui a beneficiario. In Puglia, secondo un’analisi dell’EEHTA del CEIS (Economic Evaluation and HTA CEIS) basata su dati del 2015, tali prestazioni di invalidità previdenziale vengono concesse a 2 persone con depressione maggiore ogni 100.000 abitanti. Analizzando la situazione per provincia, a Foggia sono state accolte 4,3 domande di invalidità previdenziale ogni 100.000 abitanti, a cui seguono Barletta-Andria-Trani con 3,6, Lecce con 2,2, Bari con 0,7, Brindisi con 0,4 e infine Taranto con 0,3.

“Questi incontri regionali rientrano nel percorso intrapreso da Onda nel 2019 per accendere i riflettori sul tema della depressione”, commenta Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda. “Nel 2019 è stato presentato alla Camera dei Deputati il Manifesto ‘Uscire dall’ombra della depressione’, una call to action in dieci punti che ha raccolto il consenso di un gruppo di Parlamentari di Senato e Camera per mettere in atto azioni concrete sul fronte della prevenzione e della facilitazione nell’accesso ai percorsi di diagnosi e cura. I primi risultati di un’azione di lobby positiva si sono già visti con la recente approvazione di un emendamento al DL Rilancio in Commissione Bilancio legata alla possibilità per gli Enti del Servizio sanitario nazionale di ampliare l’organico per fornire supporto psicologico alle persone colpite da Covid-19 e l’impegno della Commissione Igiene e Sanità del Senato di promuovere un’evoluzione normativa dei LEA che abbia quale punto focale la prevenzione. Il rinnovato supporto dell’On Rossana Boldi, “madrina” del progetto, nel far calendarizzare in Aula la Mozione depositata da tempo, ci conforta nella decisione di proseguire a livello territoriale l’impegno nei confronti di questa patologia con l’organizzazione di undici tavole rotonde regionali. Dopo aver fatto tappa in Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia, Piemonte e Veneto, siamo oggi in Puglia per poi proseguire in Emilia-Romagna, Sardegna, Calabria e Toscana. L’obiettivo che ci proponiamo è declinare i dieci punti del Manifesto a livello regionale, facilitare la costituzione di gruppi inter-consigliari, superare lo stigma nei confronti di questa patologia e migliorare l’accesso alle cure, a beneficio della qualità di vita dei pazienti che soffrono di depressione. Azioni che si sono rese più necessarie dopo il lockdown e il distanziamento forzato a seguito dei quali è previsto un aumento dei casi di depressione che potranno arrivare a sfiorare i 3.500.000 a causa della crisi economica, sociale e affettiva”.

“Janssen si impegna ormai da oltre 60 anni nel campo della salute mentale. Abbiamo raggiunto molti traguardi come lo sviluppo di ben 2 farmaci ritenuti fondamentali dall’OMS per il trattamento della schizofrenia e la nostra attività di ricerca e sviluppo ci permetterà di portare presto anche in Italia una significativa innovazione nel trattamento della depressione maggiore dopo decenni”, dichiara Loredana Bergamini, Medical Affairs Director di Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson&Johnson, che ha sostenuto l’iniziativa. “La depressione è una malattia grave, ancora troppo sottovalutata ed è nostro compito aiutare i pazienti con i percorsi di diagnosi, trattamento e sostegno più appropriati ed allargare al maggior numero di persone possibile la conoscenza dell’impatto di questa patologia, così da favorire una presa in carico precoce”.

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