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La mortalità per il diabete è in crescita

Diabete, la mortalità cresce dell’1,1% all’anno fra gli uomini e dell’1,3% fra le donne

Martedì 17 febbraio 2015

A livello mondiale, se nei primi anni del duemila, il 59% della mortalità era attribuibile alle malattie non trasmissibili, come il diabete, nel 2030 si stima che il 69% dei decessi sarà legato alle patologie croniche. Tuttavia, mentre la mortalità per tumori e malattie cardiovascolari è in diminuzione, quella per diabete cresce dell’1,1% all’anno fra gli uomini e dell’1,3% fra le donne. Sono questi alcuni dati contenuti nella settima edizione dell’Italian Barometer Diabetes Report 2014, prodotto dall’Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation e presentato al Ministero della Salute.

Una pubblicazione, ha spiegato Renato Lauro, Presidente dell’IBDO Foundation che risponde all’esigenza di “avere un quadro che annualmente segnali con puntualità i progressi realizzati da Istituzioni e comunità scientifica nella lotta al diabete nel nostro Paese, contribuendo nel contempo ad animare il dibattito su questa importante patologia”.

Puntare i riflettori su questa patologia è sempre di più una priorità, come dimostrano i dati: “Entro il 2030 il diabete passerà dall’undicesima alla settima causa di morte nel mondo – ha spiegato Agostino Consoli, Professore ordinario di endocrinologia dell’Università di Chieti e Coordinatore del Rapporto – mentre nei Paesi industrializzati sarà al quarto posto, dietro soltanto alle malattie cardiovascolari, alle malattie cerebrovascolari e ai tumori delle vie respiratorie, ma molto più avanti rispetto agli altri tipi di tumore o ad altre patologie croniche. Poiché le malattie non trasmissibili sono in gran parte prevedibili, il numero di decessi potrebbe essere notevolmente ridotto attraverso opportune strategie di prevenzione basate su early detection, diagnosis and treatment, ossia individuazione, diagnosi e trattamento precoci”.

Tutte priorità che il Ministero della Salute non dimentica. “Stiamo mettendo il massimo impegno nella lotta alla malattia diabetica – ha ricordato il Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo – sia attraverso programmi specifici, come previsto dal Piano Nazionale sulla prevenzione, sia attraverso la promozione di stili di vita salutari, prevista dal programma ‘Guadagnare Salute’, che ha come obiettivo la maggiore diffusione possibile di scelte di vita salutari, incentivando soprattutto l’attività motoria e la sana alimentazione. Si tratta di interventi intersettoriali tesi a coinvolgere tutti i protagonisti di quella filiera complessa che è il sistema salute, per raggiungere obiettivi ambiziosi quali il migliorare la qualità della vita, diminuire il numero delle cronicità e trasferire il conseguente risparmio dei costi dalla cura alla prevenzione”.

Secondo il Report, in Italia circa 27mila persone nella fascia di età fra i 20 e i 79 anni muoiono ogni anno a causa del diabete, il che equivale a un decesso ogni 20 minuti. Si tratta comunque di un dato ampiamente sottostimato, sia perché non tiene conto delle fasce di età più avanzate, sia perché molti decessi per cause cardiovascolari, cerebrovascolari e per tumore sono in realtà da attribuire al diabete.

Oltre a ridurre l’aspettativa di vita di 5-10 anni, il diabete è responsabile di complicanze serie ed invalidanti. Dal 60% all’80% delle persone affette da diabete muoiono a causa di malattie cardiovascolari. Queste sono da due a quattro volte più frequenti nelle persone con diabete, rispetto a quelle senza, di pari età e sesso, e sono soprattutto le complicanze più gravi, quali infarto, ictus, scompenso cardiaco e morte improvvisa, a colpire più spesso chi ha il diabete.