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Hiv, “forbice molecolare” neutralizza il virus

Hiv, “forbice molecolare” distrugge il materiale genetico del virus e lo rende inattivo

Martedì 17 marzo 2015

Dopo la notizia della scoperta italiana delle “tane” dove si nasconde il virus Hiv arriva un studio pubblicato su Nature Communications che fa pensare a una possibile arma contro la malattia.

Si tratta di una sorta di forbice molecolare che neutralizza il virus dell’Hiv tagliando il suo materiale genetico come fanno i batteri per distruggere i nemici. Uno “strumento” capace quindi di prevenire l’infezione, curarla, e perfino di eliminare le copie latenti del virus annidate nell’organismo. La “forbice” è stata costruita utilizzando il sistema difensivo tipico dei batteri dal gruppo di ricerca coordinato da Juan Carlos Izpisua Belmonte, dell’americano Salk Institute.

Quando il virus penetra in una cellula, la sfrutta per moltiplicarsi, comincia a fabbricare copie del suo materiale genetico, che nasconde nel nucleo della cellula. In questo modo la cellula ospite diventa una fabbrica di Hiv, che produce nuove copie del virus da diffondere in tutto l’organismo. I farmaci anti-Hiv esistenti puntano a bloccare singoli passi di questo ciclo ma non tutti.

Per ottenere un’arma più completa contro il virus, i ricercatori hanno utilizzato il sistema di difesa molecolare caratteristico dei batteri chiamato Crispr. Formato da sequenze ripetute di Dna, il sistema utilizza un enzima che funziona come una forbice per tagliare in punti specifici il Dna dei nemici.

Si tratta di “uno strumento dalle potenzialità molto forti perché la proteina batterica non crea danni nella cellula ospite e funziona solo a comando”. In questo caso i ricercatori hanno inserito nelle sequenze di Crispr una ‘guida’ costituita da Rna per riconoscere il virus e tagliare il suo materiale genetico nei punti giusti. Nei test sulle cellule il sistema ha funzionato distruggendo il materiale genetico dell’Hiv, rendendolo inattivo e ha rimosso il virus nel 72% delle cellule.

“Si tratta i un approccio sofisticato, ma da migliorare”, commenta l’immunologo Antonio Lanzavecchia, direttore dell’Istituto di ricerca in Biomedicina (Irb) di Bellinzona, in Svizzera. In pratica: la «forbice» è giusta, va resa ancora più precisa”, conclude l’esperto.