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LA CULTURA DEL PROGETTO

“LA CULTURA DEL PROGETTO”

Daniela Schiavo

Mi sono laureata in Biologia e ho subito iniziato il tirocinio presso l’Istituto di Anatomia Patologica a Padova. Ho capito in fretta che quel tipo di attività di ricerca non faceva per me: troppo incerto e con troppo poche prospettive. Così sono entrata nel settore farmaceutico come informatore e lavoro in Janssen ormai da 17 anni. Ho scoperto un mondo entusiasmante e in tutti questi anni non c’è mai stato un ripensamento, non ho mai provato il desiderio di essere altrove.

Ho sempre avuto un carattere esuberante e un’indole piuttosto effervescente, spesso insofferente e con un fondo di timidezza. Il lavoro mi ha profondamente cambiata, rimodellando la mia personalità. Sono diventata più estroversa e socievole, ho imparato l'arte dell'ascolto e il piacere del dialogo, lo scambio delle informazioni e delle conoscenze. Non mi lascio quasi mai intimidire dagli interlocutori, anche quando ricoprono ruoli apicali. Li rispetto, come persone e come medici, così come rispetto tutti coloro che dedicano tempo ed energie alla cura dei malati. Questo lavoro ti chiede continuamente grande freschezza e apertura mentale. Bisogna essere molto organizzati e al tempo stesso flessibili, pronti a cambiare i programmi e a ridefinire gli obiettivi.

Per una donna tuttavia è più complicato affermare la propria professionalità, a causa di facili giudizi sulla sua personalità che manifesta attraverso l’aspetto esteriore e il proprio modo di comunicare. Grazie all’ottima reputazione della nostra azienda ci viene riconosciuta a tutti i livelli una competenza particolare. Basiamo le relazioni professionali sulla concretezza dei dati scientifici e siamo brave a rendere umani quei dati. Abbiamo una sensibilità che ci permette di cogliere il fluire delle emozioni. È un lavoro che bisogna fare col cuore, pensando ai pazienti che aspettano le cure.

Non mi sento un venditore nel vero senso della parola, ma rappresento al meglio la mia azienda con la convinzione di proporre terapie farmacologiche utili e in alcuni casi addirittura indispensabili.

Sono sempre stata una persona creativa e adesso cerco di portare quella creatività nel lavoro di tutti i giorni, condividendo con i colleghi i problemi e le soluzioni. Il nostro lavoro nasce da una visione quasi artistica delle cose. Una “cultura del progetto” fatta di attenzione ai dettagli, concretezza e umiltà, ma al tempo stesso leggerezza, fantasia, immaginazione.

Picasso diceva che “occorre una vita intera per dipingere come i bambini!”.

Dietro la perfezione di ogni gesto ci sono fatica e impegno. In questo continuo processo di crescita, noi donne siamo risorse preziose. Ci portiamo dentro la grande consapevolezza di riuscire ad arrivare all’obiettivo grazie alla determinazione, alla tenacia e allo spirito di sacrificio che ci caratterizza. Credere in un progetto o in un sogno ci porta con grande probabilità a realizzarlo.