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Salute degli italiani migliora, ma necessaria la prevenzione

Salute degli italiani migliorata in 10 anni, ma bisogna investire in prevenzione

Mercoledì 1 aprile 2015

Migliorato nell’ultimo decennio lo stato di salute degli italiani, ma resta urgente la necessità di incentivare l'offerta di servizi di prevenzione e di politiche socio-sanitarie pensate per ridurre l'incidenza delle malattie e far fronte alle necessità di una popolazione sempre più anziana alle prese con più malattie croniche concomitanti. E' quanto emerge dal 12° Rapporto Osservasalute relativo al 2014, presentato a Roma alla fine del mese di marzo.

L'indagine mette a disposizione un'analisi approfondita dello stato di salute della popolazione italiana e della qualità dell'assistenza sanitaria, mostrando chiaramente che fra il 2002 e il 2012 lo stato di salute della popolazione è migliorato. L'aspettativa di vita è aumentata sia per gli uomini che per le donne, passando per i primi da 77,2 a 79,6 anni e per le seconde da 83,0 a 84,4 anni. Contemporaneamente è diminuita la mortalità infantile, anche se permangono differenze significative tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Qui, infatti, la probabilità che ha un bambino di morire entro il primo anno di vita è di 1,4 volte superiore rispetto a quella di un bambino residente al Nord e 1,3 volte superiore rispetto a quella di un bimbo residente in una Regione del Centro.

Altri dati preoccupano però gli esperti. Accanto all'aumento delle malattie croniche legato all'invecchiamento della popolazione, è stato infatti rilevato anche un incremento delle patologie prevenibili, in particolare dei tumori. Tra le donne è ad esempio aumentata sia l'incidenza del cancro al polmone (+17,7% tra il 2003 e il 2013) sia quella del tumore alla mammella (+10,5%). Fra gli uomini spicca invece l'aumento dei casi di tumore al colon retto (+6,5%). Anche in questo caso la situazione più preoccupante è stata registrata al Sud, dove gli aumenti sono spesso più marcati.

L'aumento dell'incidenza di patologie prevenibili si accompagna a pessimi stili di vita, probabilmente favoriti anche da giornate sempre più contraddistinte dalla precarietà. La tendenza alla sedentarietà è aumentata, passando dal 34,6% a 36,2% fra gli uomini e dal 43,5% a 45,8% fra le donne. Inoltre, è aumentata anche la tendenza al sovrappeso e all'obesità, tanto che riguarda il 45,8% dei maggiorenni. Risulta quindi chiara la necessità di investire in prevenzione.

Le prospettive future, viste le dinamiche demografiche ed epidemiologiche rappresentate dal Rapporto, rendono necessarie soluzioni innovative in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini e la sostenibilità dell’intero sistema di welfare.