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Tumori: la sfortuna non c’entra, guardiamo al DNA

Tumori: la sfortuna non c’entra, guardiamo al DNA

Lunedì 9 febbraio 2015

Qualche mese fa, alcuni studiosi avevano diffuso una ricerca secondo la quale il cancro era una questione di pura casualità. Quella ricerca fece scandalo ma solo oggi, in ritardo di diverse settimane, arriva la reazione feroce della comunità scientifica mondiale.

Sminuire anni e anni di campagne di prevenzione con poche righe è un crimine, secondo i ricercatori che avversano questa ricerca. Dato che febbraio è il mese dedicato alla lotta contro il cancro, forse l’attesa è stata voluta per lanciare un messaggio preciso. Il messaggio in particolare lo lanciano due ricercatori, Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, con un contro-studio che dimostra prove concrete secondo le quali il cancro è una questione di DNA, un problema di trasmissione genetica e di selezione naturale. Le cellule tumorali dimostrano chiaramente che si evolvono e si evolvono in base a incroci genetici, o diventano più maligne o benigne.

Anche la resistenza o meno a determinati trattamenti ci fa capire senza dubbio alcuno che siamo davanti a un fenomeno che cambia man mano che si trasmette di padre in figlio. Nessuna sfortuna, niente caso. Il cancro è un problema genetico, poi alimentato o favorito da abitudini e ambiente. Non ci sono prove che un “accumulo casuale di cellule malate” possa avvenire tanto facilmente da una persona all’altra, dunque attribuire queste malattie al destino infame è solo un modo comodo di aggirare un problema di ricerca che tuttora impegna tutti.