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Da leucemie e linfomi si guarisce sempre di più

Buone news dal congresso degli ematologi, da leucemie e linfomi si guarisce sempre di più

Martedì 6 ottobre 2015

Progressi nella ricerca, farmaci più efficaci, miglioramenti della qualità della vita. È un bilancio positivo quello che emerge dalla conferenza stampa di apertura del 45° Congresso Nazionale  della SIE – Società Italiana di Ematologia, in svolgimento dal 4 al 7 ottobre la Fortezza da Basso di Firenze.

Fabrizio Pane, Presidente di quella che è la più antica società scientifica italiana, lo conferma a parole chiare: «Siamo un Paese che ama piangersi addosso, ma quando qualcosa funziona va riconosciuto: l’Italia è un’eccellenza internazionale nel campo della ricerca nell’ematologia, e non solo».

Parole confermate dai numeri: nella cura di alcune patologie, come la leucemia acuta promielocitica, dal 100% di mortalità si è passati ad un tasso di sopravvivenza del 90%; percentuali di sopravvivenza alte anche nei casi di leucemie del sangue tra i bambini (80%), di linfomi di Hodgkin (80%) e dei linfomi non-Hodgkin (50/60%). Straordinari risultati anche nel trattamento della leucemia mieloide cronica: oggi chi ne è colpito ha un’aspettativa di vita paragonabile a quella di persone normali di pari età, con buone probabilità di guarigione, mentre prima non si andava oltre i 5 anni e mezzo di vita per una diagnosi di questo tipo.

«Molte di quelle che una volta erano considerate malattie mortali sono catalogate oggi tra le patologie croniche» spiega Sergio Siragusa, membro della  Commissione Attività Formative della SIE.

Le novità positive non riguardano unicamente i tassi di sopravvivenza dei pazienti, ma anche la loro qualità di vita. «Noi medici non dobbiamo scegliere solo la migliore terapia possibile, ma migliorare le condizioni di vita dei pazienti e delle loro famiglie» afferma infatti Fabrizio Pane. E le nuove scoperte in campo medico vanno decisamente in questa direzione: aumentano i farmaci “intelligenti” che, sulla scia delle tecniche della medicina di precisione, sono sempre più personalizzati e mirati sul singolo paziente; in crescita le terapie “chemo free”, meno invasive, che non prevedono l’utilizzo di chemioterapia, e aumentano le scoperte nel campo dell’immunologia, che ha fatto grandi passi in avanti.

Dati positivi, che danno speranza ai pazienti e fanno da contraltare a quello più negativo, ossia l’aumento dei malati; infatti, sono oltre 8000 i nuovi casi diagnosticati ogni anno. Invece, sul fronte dei costi per la Sanità e del costo dei farmaci, secondo Pane c’è un mito da sfatare: «Non è vero che la spesa complessiva per i farmaci in Italia ha subito un aumento vertiginoso. L’aumento registrato nell’ultimo anno è solo dell’1%, e l’Italia spende 270 euro a paziente contro i 390 della media europea; meno della Germania e persino della Spagna, e i costi della sanità sono diminuiti del 5% negli ultimi anni».

«Mai puntare il dito contro innovazione e ricerca»: questa in conclusione la quadratura del cerchio tra accesso alle cure e sostenibilità dei costi secondo il Presidente della SIE.