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Non c'è futuro senza...

“Un dialogo sull'evoluzione della sanità di prossimità e digitale per i cittadini”
Nuovo appuntamento del ciclo di incontri per aiutare a disegnare le linee direttrici di sviluppo del sistema paese e del sistema sanitario nazionale dopo la pandemia

Milano 04 ottobre - Come spendere in modo efficiente ed efficace i 20 miliardi di risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza assegna alla Salute? Come ridisegnare il nostro Sistema Sanitario Nazionale per renderlo più moderno e vicino ai cittadini? Come migliorare e rafforzare l’assistenza di prossimità?

Queste sono le domande a cui quest’oggi hanno provato a rispondere importanti esponenti dell’ecosistema salute nel corso del secondo appuntamento del ciclo di incontri “Non c’è futuro senza…” dal titolo “Un dialogo sull’evoluzione della sanità di prossimità e digitale per i cittadini” organizzato da Janssen Italia, in partnership con la rivista Formiche e la collaborazione di FB&Associati. L’iniziativa, ideata per fornire un contributo fattivo al dibattito sulle linee direttrici di sviluppo del nostro Sistema Sanitario nazionale a seguito dell’emergenza Covid-19, era stata lanciata a maggio con un primo appuntamento dedicato all’importanza della ricerca e del settore delle scienze della vita, vera e propria risorsa strategica per lo sviluppo e la crescita del Paese.  

Dalla casa come “primo luogo di cura” alla telemedicina, passando dalla domiciliazione delle terapie come “assistenza di prossimità”, le premesse per ridisegnare la riforma del sistema Salute in Italia oggi ci sono tutte. Basterà saper sfruttare questa occasione unica.

La pandemia, infatti, ha messo in evidenza la necessità di una riorganizzazione dell'assistenza territoriale: il modello fondato sulla centralità dell’assistenza ospedaliera è ormai superato, mentre si fa strada un'organizzazione dei servizi sul territorio che sia in grado di garantire ai pazienti la continuità delle cure e un’appropriata assistenza domiciliare, anche grazie alle straordinarie opportunità offerte dal digitale.

All’evento di oggi hanno preso parte il Sottosegretario di Stato presso il Ministero della Salute, Andrea Costa, la senatrice Maria Rizzotti, componente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, il presidente della Commissione Sanità presso il Consiglio regionale del Piemonte, Alessandro Stecco, il presidente della Commissione Sanità presso il Consiglio regionale della Toscana, Enrico Sostegni, il Direttore generale AreSS Puglia e presidente di Euregha, Giovanni Gorgoni, l’amministratore delegato di  SurgiQ, Ivan Porro, la direttrice del Patient Advocacy Lab di Altems e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Teresa Petrangolini, il presidente di Janssen Italia, Massimo Scaccabarozzi. L’incontro sarà moderato dal direttore della rivista Formiche, Flavia Giacobbe.

Nel corso dell’iniziativa è stato mostrato anche un contributo video di ANMAR, l’Associazione Nazionale Malati Reumatici, sull’importanza del dialogo tra i rappresentanti dei pazienti e le istituzioni.

‘La pandemia ha messo in evidenza un aspetto che ritengo fondamentale: tornare ad investire sulla medicina del territorio che sia in grado di garantire al paziente la continuità delle cure ed un efficace assistenza domiciliare. C’è stato un momento in cui nel nostro Paese si pensava che l’ospedale dovesse essere il luogo che forniva ogni tipo di risposta, questa emergenza sanitaria invece ci ha fatto capire come ci sia bisogno di ricostruire una rete che valorizzi le realtà e le professionalità del territorio secondo un principio cardine: portare i servizi vicino ai cittadini. - interviene sull’argomento al centro del dibattito il sottosegretario di Stato, Andrea Costa - centralità della persona, dunque, e non delle strutture. In questa direzione le risorse messe a disposizione dal PNRR (circa 20 miliardi) rappresentano una grande opportunità per ridisegnare la sanità del futuro, grazie anche ad un’intensa opera di efficientamento delle strutture e un significativo investimento in digitalizzazione e telemedicina. Prioritario, dunque, creare un ecosistema sinergico che valorizzi pubblico, privato, terzo settore, volontariato e settore farmaceutico per rafforzare il nostro Sistema Sanitario Nazionale e renderlo così sempre più universalistico. Nella chiara convinzione che la sanità non è un costo ma un investimento’.

‘Quello che è in gioco è la sostenibilità dell’intero Sistema Sanitario Nazionale che rischia di collassare e lo abbiamo visto nel tragico periodo del Covid - spiega la senatrice Maria Rizzotti, componente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che argomenta – Ci sono alcuni indicatori che ci danno un segnale chiaro e incontrovertibile: il principale trend demografico è un costante invecchiamento della popolazione italiana che negli ultimi 50 è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati; si stima che nel 2050 la quota di ultra 65enni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un’attesa di vita media pari a 82,5 anni (79,5 per gli uomini e 85,6 per le donne). In secondo luogo, da un punto di vista squisitamente sanitario, aumenta il numero di pazienti affetti da malattie croniche, problematica che sta diventando sempre più centrale e prioritaria e che rappresenta ormai ben il 75% della spesa. Senza contare un altro importante fenomeno che visto sul piano umano e familiare, e quindi sociale, acquista connotati rispetto ai quali l’assetto economico non può essere considerato primario: mi riferisco alla cosiddetta “migrazione sanitaria passiva” da alcune Regioni verso altre che ci dà la misura dell’enorme peso sulla spesa sanitaria nazionale. Alla luce di tutto questo credo che la telemedicina – spiega ancora la segnatrice Rizzotti – sia una soluzione tra quelle principali che ormai con urgenza devono essere prese in considerazione per un’implementazione concreta e quanto più diffusa, a beneficio dell’intero Sistema e di tutti gli “attori” che ne fanno parte. Il sistema di telemedicina permetterà una riduzione delle giornate di degenza fino al 25%, con un risparmio di circa 1,5 miliardi di euro l'anno, che arrivano a 4,5 miliardi se si includono quelli derivanti dalla riduzione dei tempi di attesa e dalle minori necessità di spostamento’.

Altro tema da affrontare sarà quello del gap regionale. Durante la pandemia si è visto come le regioni italiane abbiano risposto eterogeneamente all’emergenza. ‘La regionalizzazione dei sistemi sanitari regionali è partita con le riforme negli anni ’90, e con la modifica del titolo V negli anni 2000, questo processo - spiega Alessandro Stecco, presidente della Commissione Salute del Consiglio regionale del Piemonte – ha spinto a una certa diversità dei sistemi sanitari regionali. Ma il gap tra le diverse regioni si è manifestato in modo drammatico durante la pandemia. Tuttavia, quella che poteva essere una difficoltà, come il raggiungimento e l’accesso a prestazioni diagnostico e terapeutiche, è diventata una spinta a superare in particolare il digital divide che persisteva su tematiche mai del tutto risolte a livello nazionale. Quello che in Piemonte è emerso nel periodo pandemico peggiore, che collocherei di fatto nel 2020, è stata l’evidenza di una sanità territoriale e domiciliare debole, sui cui non si è investito abbastanza per tantissimi anni e una sanità molto ospedalocentrica seppur appena uscita dai tagli del piano di rientro. La reazione del sistema sanitario regionale è stata dapprima orientata a creare meccanismi di governance ad hoc per supportare la sanità e a colmare i gap presenti nel sistema, come quello della rete dei laboratori, e poi a rilanciare propositivamente soluzioni che hanno fatto scuola, come l’idea di un dipartimento regionale per le emergenze infettive ma anche la creazione, in poco tempo, di una piattaforma regionale autoprodotta dalla nostra società in house per l’informatica per collegare enti, istituzioni, operatori, nel gestire tutto quanto servisse per il contrasto alla pandemia. Essere stata la prima regione a valorizzare la televisita e una tra le prime anche a farlo sul telemonitoraggio, rendendola prenotabile, erogabile, esigibile e rimborsabile – conclude Stecco - ha aperto la strada a un processo di veloce sviluppo in questo settore oltre che a un fattivo contributo nella discussione e proposizione del tema nella Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni, presieduta per tutta la durata della pandemia dal nostro Assessore Icardi’.

‘Ai recenti Stati generali della Salute in Toscana – interviene il presidente della Commissione Sanità presso il Consiglio regionale della Toscana, Enrico Sostegni – si è parlato della necessità di intraprendere azioni nuove per adeguare il sistema alla contemporaneità. Non serve solo invertire il definanziamento dell’ultimo ventennio e reintegrare risorse umane ma occorre, anzitutto, incrementare l’impiego della tecnologia nell’erogazione dei servizi e nella gestione interna. E’ poi necessario investire sul ruolo delle Società della Salute, perché divengano strutture di riferimento di un Sistema destinato al cambiamento. Altro ruolo lo dovranno avere le Case di comunità capaci di rafforzare la rete di servizi territoriali’.

A proposito di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Giovanni Gorgoni, Direttore Generale di AReSS Puglia e Presidente di Euregha (il network delle aziende sanitarie regionali e locali europee) afferma poi: “Resilienza purché sia trasformativa e non passivo anche se resistente adattamento agli eventi. Per farlo – prosegue Gorgoni - occorre partire da un ecosistema di comunità, in cui la salute è chiave di equità e in cui le sensibilità di base per i nuovi saperi appartengono a più attori e in cui vanno disegnati processi di cura del tutto inediti abilitati dalla tecnologia".

‘Come Janssen Italia, fin dall’inizio della pandemia, abbiamo sempre avuto chiara la responsabilità del nostro operato e ci siamo messi a disposizione del Paese. Abbiamo compreso sin da subito che per dare vita ad un Sistema Sanitario Nazionale più moderno, equo e vicino ai cittadini è necessario sviluppare l’assistenza territoriale e puntare sulla digitalizzazione. Per questo da tempo stiamo lavorando all’ideazione e all’implementazione di diversi progetti e servizi, come la domiciliazione delle terapie, i servizi di telemonitoraggio a distanza per una connessione continua tra medico e paziente solo per citarne alcuni, che siamo certi possano portare benefici concreti ai pazienti e agli operatori sanitari, contribuendo ad una migliore presa in carico dei pazienti’ – ha affermato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Janssen Italia.

 

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