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Importanza dello screening per l'epatite C secondo EASL

Importanza dello screening per l'epatite C, ce lo spiegano le nuove raccomandazioni EASL

Mercoledì 6 maggio 2015

Un corretto e precoce screening è alla base di un’azione mirata e più efficace contro l’infezione da virus dell’epatite C (HCV). Questa chiamata ad aumentare lo screening in tutta Europa e a seconda dell’epidemiologia di ogni singolo Paese è espressa a chiare lettere nelle nuove raccomandazioni EASL (Associazione Europea per lo studio del fegato) e che sono state presentate a Vienna durante la 50esima edizione dell’"International liver congress”. Tali linee guida sono state redatte da un gruppo di esperti scelti dal consiglio direttivo dell’EASL.

A sottolineare l’importanza dello screening e l’identificazione dei pazienti infetti gli esperti hanno dichiarato: «In un momento in cui abbiamo farmaci efficaci per tutti i pazienti, sorge la necessità di scegliere il regime giusto per ogni paziente. Quindi adesso vanno identificati i pazienti che hanno la malattia e a quale stadio e portarli al trattamento. Nelle linee guida c’è una chiamata ad aumentare la screening a livello europeo guardando a livello di singolo Paese all’epidemiologia».

Il documento, infatti, parla di raccomandare lo screening per infezione da HCV nelle popolazioni target in base all’epidemiologia locale dell'infezione, idealmente entro il quadro dei piani nazionali. Tale screening deve essere basato sulla determinazione degli anticorpi anti-HCV.

Se vengono rilevati gli anticorpi anti-HCV, l’HCV RNA dovrebbe essere determinato mediante un metodo molecolare sensibile. Pazienti anti-HCV-positivi ma negativi per l’ RNA devono essere riesaminati per l'HCV RNA tre mesi dopo a confermare la vera convalescenza.

“Le diverse strategie di screening possono cambiare l’intervento terapeutico - precisano gli esperti - “Da un lato bisogna trovare le persone che hanno l’infezione ma dall’altro questo deve essere bilanciato col il numero di trattamenti che possiamo fare altrimenti non si riesce a impattare sull’epidemiologia dell’HCV in quell’area . Quindi l’altro settore che si sta sviluppando, poco clinico, è quello di sviluppare dei modelli per simulare l’intervento di screening per HCV e come ci si deve muovere con un intervento terapeutico (quale percentuale di soggetti deve essere trattata) per ridurre l’incidenza del tumore, ridurre la mortalità, ridurre la morbilità, controllare l’infezione nell’area ed eradicare nel mondo”.

In conclusione, lo screening dei pazienti risulta basilare. Ogni Paese dovrà mettere in atto tutte le possibili misure e mezzi per identificarli e trattarli precocemente perché un trattamento precoce evita l’evolversi della malattia con tutto ciò che comporta dalle sofferenze del pazienti agli alti costi da sostenere a carico del servizio sanitario.