Janssen supporta organizzazioni per cura di HIV e epatite C
Giovedì 2 aprile 2015
Janssen ha annunciato i nomi delle organizzazioni, tutte con sede negli Stati Uniti, che beneficeranno di finanziamenti finalizzati al miglioramento delle cure e del trattamento delle persone che si iniettano droghe e che vivono con l’HIV o l’epatite C.
Ciascuna delle otto organizzazioni selezionate riceverà da parte dell’azienda un contributo pari a 40mila dollari l’anno per migliorare l’assistenza sanitaria e facilitare l’accesso alle cure per le persone che vivono con l’infezione da HIV o con l’epatite C e che fanno uso di droghe per via iniettiva.
Negli Stati Uniti, l’iniezione di droghe rappresenta il primo fattore di rischio per l’infezione da HCV e il terzo fattore di rischio per l’infezione da HIV. Il successo del trattamento anti-HIV e anti-epatite tra queste persone è importante per ridurre le complicanze legate ai virus e la probabilità di trasmissione ad altri individui.
In risposta al bisogno di questi pazienti di superare molteplici barriere nell’accesso alle cure e all’assistenza sanitaria, Janssen ha deciso di supportare otto organizzazioni finalizzate a superare gli ostacoli oggi esistenti.
Le organizzazioni che riceveranno il supporto dell’azienda sono le seguenti:
- Atlanta Harm Reduction Coalition (Atlanta, GA)
- Boom!Health (New York, NY)
- Coastal Bend Wellness Foundation (Corpus Christi, TX)
- Mendocino County AIDS/Viral Hepatitis Network (Ukiah, CA)
- The Open Door, Inc. (Pittsburgh, PA)
- St. John's Well Child and Family Center, Inc. (Los Angeles, CA)
- Vermont Committee for AIDS Resources Education & Services (Burlington, VT)
- Washington Heights CORNER Project (New York, NY).
“Il nostro obiettivo è quello di favorire l’accesso alle cure, affrontando significativi bisogni ancora non soddisfatti in popolazioni ad alto rischio di fronte a molteplici barriere”, afferma Nefertiti Greene, presidente di Janssen Therapeutics. In qualità di azienda leader nelle malattie infettive, siamo onorati di sostenere queste organizzazioni nei loro sforzi per migliorare l’assistenza di queste persone”.