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Nanoparticelle per una somministrazione mirata dei farmaci

Nanoparticelle a ‘rilascio innescato' per una somministrazione mirata dei farmaci

Venerdì 23 gennaio 2015

Su Nature Communications è stato presentato un nuovo sistema di somministrazione di farmaci che prevede l’utilizzo di nanoparticelle a “rilascio innescato” in grado di rilasciare gli agenti terapeutici solo all’interno della cellula bersaglio. Lo studio è stato condotto dai ricercatori del Dipartimento di Chimica dell’Università di Warwick nel Regno Unito.

Il meccanismo inizia con due nanoparticelle “madri” che trasportano ciascuna una metà del farmaco. Queste particelle sono progettate per interagire tra loro solo quando sono vicine l’una all’altra. Quando interagiscono, attraverso un processo di stereocomplessazione portano alla formazione di una particella “figlia” che rilascia il farmaco attivo completo.

“In questo modo“, affermano Andrew Dove e Rachel O’Reilly, a capo delle sperimentazioni, “il farmaco può essere rilasciato in modo mirato dove vogliamo e quando richiesto, aumentandone l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali. Un altro vantaggio del dispositivo è che non richiede uno stimolo esterno per attivare l’interazione e il rilascio del farmaco”.

“Secondo i nostri studi, le particelle non sono in grado di interagire tra loro in misura sufficiente quando si trovano in circolo, ma solamente quando entrano nelle cellule riescono a interagire e rilasciare il farmaco. In questo modo, l’agente terapeutico viene rilasciato in modo estremamente mirato e risulta più efficace e con meno effetti collaterali a esso associati”, aggiungono gli esperti.

La composizione chimica delle due nanoparticelle “madri” è cruciale perchè la nuova tecnica risulti efficace. Queste particelle, infatti, hanno una forma cilindrica e sono costituite da catene polimeriche che differiscono tra loro solo per il modo in cui i legami chimici sono diretti in una parte della struttura.

“Quando le due particelle “madri” si trovano molto vicine fra loro le catene polimeriche sono spinte a unirsi per formare una particella “figlia” attraverso un fenomeno noto come stereocomplessazione. Attraverso questo processo di riarrangiamento, il farmaco contenuto all’interno delle nanoparticelle viene rilasciato in corrispondenza della cellula bersaglio”, spiegano gli esperti.

“Questa nuova strategia di somministrazione mirata dei farmaci potrebbe trovare largo impiego nella terapia del cancro, ma anche di altre patologie, concludono gli esperti”.