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Tumore alla prostata: il 76% degli uomini pensa di poter guarire ma non conosce le nuove cure

Tumore alla prostata: il 76% degli uomini pensa di poter guarire ma non conosce le nuove cure

Il tumore alla prostata non fa paura: neppure al 31% di maschi over 50, i più a rischio per lo sviluppo della malattia, anche nelle forme più gravi, che lo ritengono poco pericoloso così da abbassare la guardia sull’informazione, insufficiente o molto scarsa per circa il 54% degli uomini e, peggio, sulla prevenzione. Il 37%, infatti, non ha mai effettuato una visita specialistica dall’urologo e il 25% non ha mai eseguito un esame del PSA, con un totale di 20% di maschi over 50 che non si è mai sottoposto ad accertamenti mirati.

Sono i dati, allarmanti, emersi da una indagine condotta da Doxa Pharma per conto di Janssen fra 350 uomini di età superiore ai 50 anni, equamente distribuiti sul territorio. Fra questi, 1 maschio su 2 – poco più del 44%, per lo più fra 50 e 70 anni e residente al Nord – è al corrente dell’esistenza del tumore tanto da citarlo spontaneamente fra quelli a più larga diffusione nei maschi, influenzati per lo più dal sentito dire dei media (49%) o da un’esperienza indiretta con la malattia (56%) di amici e parenti.

Ma il 58% non ne ha mai parlato con il medico di medicina generale o lo specialista. Deriva da qui una percezione errata – o una conoscenza personale insufficiente – di questo tumore che vede quasi 35 mila nuovi casi l'anno solo in Italia (2017), con forte probabilità per 1 uomo su 8 di incappare nella malattia nell’arco della vita, ma di sopravvivere ad essa nel 91% dei casi a cinque anni dalla diagnosi. Questa ‘certezza’ di guaribilità (dichiarata dal 76% dei maschi), rappresenta tuttavia il maggiore fattore di rischio per la disinformazione: solo 1 maschio su 2 conosce i sintomi del tumore alla prostata. Solo pochi ritengono il tumore alla prostata invalidante, con un impatto importante sulla qualità della vita e la sessualità (38% circa), a rischio per la vita (57%) o lo associano a cure chemioterapiche sfiancanti (53%), che fanno perdere i capelli (41%) e ‘obbligano’ ad andare in ospedale (70%).

In questo panorama critico, un dato positivo c’è: i maschi ritengono di dover essere ‘educati’ (83%) sul tumore della prostata, specie riguardo la prevenzione e alle nuove cure ‘chemio free’.

“Come è successo per altre patologie oncologiche in passato, oggi anche il tumore alla prostata sta vivendo il suo ingresso in una nuova era fatta di terapie più personalizzate e meno invalidanti, grazie alle quali si può cominciare a parlare di cronicizzazione della malattia.  Farmaci orali a domicilio, rappresentano una valida alternativa terapeutica anche nelle forme di carcinoma prostatico più aggressivo, come quello metastatico alla diagnosi, garantendo oltre al beneficio in sopravvivenza anche una buona tollerabilità ed un miglioramento della qualità di vita” spiega Vincenzo Mirone,  professore ordinario di urologia all’Università Federico II di Napoli e direttore della scuola di specializzazione in urologia dello stesso ateneo. Con questo scopo di sensibilizzazione continua ‘Movember’, un movimento di informazione sulla salute maschile promosso da SIU e Janssen, con l’intento di fare alzare la guardia e l’attenzione sul tumore alla prostata, ancora un tabù per circa la metà degli italiani over 50.

“Movember è un’importante iniziativa che Janssen sostiene già da sei anni, ogni volta con rinnovato entusiasmo e impegno per dare seguito anche in Italia a questo movimento globale fatto da uomini per gli uomini – afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia – Queste campagne dedicate alla prevenzione e alla sensibilizzazione sui tumori sono fondamentali per rafforzare la collaborazione tra società scientifiche, associazioni di pazienti e mondo dell’industria. Il nostro impegno in particolare in quest’area è significativo: basti pensare che Janssen ha ben 3 nuove molecole, attualmente in sviluppo specificatamente per tumori urologici”.

Ben vengano campagne che informino sulla sintomatologia, diagnosi, trattamenti, prevenzione e esperti di riferimento per il tumore alla prostata. “La vera sfida per la Società Italiana di Urologia (SIU) e gli urologi in generale – conclude Paolo Verze, Ricercatore di Urologia dell’Università Federico II di Napoli e membro del Comitato Scientifico della Fondazione PRO Onlus – è dunque non solo quella di sensibilizzare ma di preparare il maschio a una vera ‘cultura’ della prevenzione, che non può prescindere dal dedicarsi quotidianamente al proprio benessere attraverso uno stile di vita corretto. Bisogna sempre più avvicinarsi al “modello femminile”, perché la donna è molto più sensibile e attenta a mettere in atto ogni misura necessaria per ‘scovare’ anche patologie oncologiche in maniera precoce e tempestive per garantirsi migliore curabilità, anche con terapie mininvasive e minore impatto sulla qualità della vita”. Questa è la sfida anche di ‘Movember’, un movimento di sensibilizzazione, attivo su tutto il territorio nazionale per il mese di novembre, che si pone l’obiettivo di invertire la tendenza di disinformazione, portando il maschio ad occuparsi con attenzione della propria salute, più precisamente delle problematiche attinenti all’apparato uro-genitale, tumore della prostata compreso.

“Europa Uomo Italia – conclude la presidente Maria Grazia De Cristofaro – ringrazia Janssen per il sostegno alle campagne di informazione e sensibilizzazione sul tumore alla prostata: è infatti indispensabile stabilire un’alleanza fra il volontariato, le istituzioni e il settore privato per colmare il divario di conoscenza rispetto ai tumori che colpiscono il genere femminile. Proprio per questa ragione, Janssen è al nostro fianco anche per la campagna Novembre Azzurro – fai luce su di te – che utilizza il linguaggio semplice e potente dell’arte per parlare in modo diretto di un tema così delicato e complesso”.